David Hair
The Moontide Quartet
Mage's Blood
The Scarlet Tides
Unholy War
Ascendant's Rite

(20/11/2017)


Ed. Jo Fletcher Books 2012-2015

 

Most of the time the Moontide Bridge lies deep below the sea, but every twelve years the tides sink and the bridge is revealed, its gates open for trade. The Magi are hell-bent on ruling this new world, and for the last two Moontides they have led armies across the bridge on "crusades of conquest." Now, the third Moontide is almost here, and this time the people of the East are ready for a fight... but it is three seemingly ordinary people that will decide the fate of the world.

With the Leviathan Bridge now uncovered from the sea, it re-opens the East to the Rondian legions and the Third Crusade ensues in the name of Emperor Constant.
The Rondians are determined to succeed in their latest Crusade and have recruited the strongest and most lethal magi of the Church's Inquisition to lead the way--and to leave nothing but blood and ruins in their wake.
While most of the Rondians have their sights set on gold, one fraction of the Inquisition is set on finding a more important treasure--the Scytale of Corneus. As the source of all magical power, the Scytale is a sure game-changer, and it is imperative that the power-hungry and ruthless Rondians to keep it out of the hands of their enemies if they wish to maintain their growing empire.
Yet, as the Inquisition marches forward, conspiracy to overthrow the new emperor lurks in the shadows in both the East and West.
With the unlikely heroes of Alaron, a failed mage; Ramita, a lowly market maid; and Cymbellea, the daughter of a gypsy set on ending a world of war,Scarlet Tides is an impressive world-building feat that proves that sometimes even weapons and magic cannot overcome the power of love and loyalty.

Tensions are mounting after a devastating battle before the walls of Shaliyah, birthplace of the Prophet. The East is rising, bringing equal measures of hope and despair to the magical world of Urte.
For some Salim's victory is a call to arms, for others it is evidence of a world gone mad. While the armies of East and West clash in brutal conflict, emperors, inquisitors, Souldrinkers, and assassins all have their attention turned elsewhere as they hunt the Scytale of Corineus. The immensely powerful artifact is the key to ultimate power, and it's in the hands of unlikely guardians: failed mage Alaron Mercer and market-girl Ramita Ankesharan, who carries the child of the world's greatest mage. The fate of the world hinges on destruction should the artifact fall into the wrong hands.

The last few months of the moontide - when the bridge connecting East and West rises above the sea - has come, and in the West Emperor Constant prepares the final phase of his plan to conquer the East.
For failed mage Alaron and his companion Ramita - widow to the mage who built the Leviathan Bridge - the unthinkable has happened. They have lost the Scytale of Corineus, the key to the Rite of Ascendancy, as well as one of Ramita's infant sons, to the hands of their deadliest enemies.
In Javon, Cera Nesti, the imp
risoned queen, has been freed, and plots to take on the overwhelming might of the Rondian Empire. But standing between her and her goal is a band of deadly mercenaries playing a dangerous game of their own.
And in the East, Seth Korion's Lost Legions must navigate treacherous roads to gain safety, bearing secrets that could bring down the Emperor.
The time has come for the Rite of Ascendancy to be performed. New powers must rise to save or damn Urte, and on the mighty Leviathan Bridge itself, all will be decided.

Una serie di quattro romanzi che hanno avuto sia un discreto successo di critica che di apprezzamento da parte dei lettori. David Hair è uno scrittore neozelandese già conosciuto per due serie di romanzi fantasy young adult: Aoteoaroa e The Return of Ravana, basati si mitologie neozelandesi ed indiane. La quadrologia The Moontide Quartet è la sua prima opera per adulti. Io l'ho notato proprio per i molti giudizi positivi che ha ricevuto su Goodreads, con recensioni razionali e ragionate, per cui ho incominciato a leggere il primo volume, e sono poi arrivato alla fine della serie, che però non è ancora la fine della storia.
Il world bilding non è certo dei più originali: un mondo, Urte, in cui due grossi continenti sono separati da un tratto di mare ampio ma non ampissimo, che però il movimento mareale causato da due lune, di cui una molto grande e l'altra in orbita fortemente ellittica, rendono molto agitato e intraversabile, e quindi si tratta inizialmente di due mondi praticamente indipendenti, con quello più a nord-ovest, Yuros, una specie di copia della nostra Europa e quello più a sud-est, Antiopia, una copia della costa mediterranea dell'Africa, i paesi arabi e l'oriente fino all'India.
L'assonanza dei nomi usati con quelli reali del nostro mondo è abbastanza esplicita, così come l'aspetto e la cultura generale degli abitanti delle varie nazioni di Urte, rapportate ad un nostro periodo storico che copre l'intero medioevo. Il lettore potrà sicuramente divertirsi a trovare gli innumerevoli legami tra il mondo inventato e quello reale, alcuni espliciti e altri più nascosti, ma sicuramente non potrà passare inosservato che l'Impero precedente che aveva controllato il continente di Yuros aveva come origine la nazione di Rimoni, che fa rima con Romani, ed infatti i suoi abitanti parlano sostanzialmente italiano, che Hair usa spesso nei suoi dialoghi. E la nazione che ha costruito l'impero successivo sembra molto di stirpe germanica. C'è poi da osservare che la nazione di Yuros più a est, che nella geografia di Urte corrisponde alla più vicina al continente di Antiopia, parla la stessa lingua di Rimoni, cioè l'italiano, ma è anche governata da famigliori che gestiscono tutte le attività illegali... cioè una specie Mafia. Sicuramente una visione del mondo molto particolare...
Io non conosco l'arabo, e quindi non sono in grado di capire se lo stesso gioco linguistico è fatto per le nazioni di Antiopia, ma sono sicuro di sì, insieme alla loro differenziazione che copiano le divisioni del nostro mondo, con le stesse approssimazioni e aggiustamenti fatte per le nazioni europee.
L'aspetto religioso è molto importante in questa quadrologia, e ne riparlerò in seguito, ma qui voglio osservare che Hair riesce a mettere in evidenza le caratteristiche principali, con pregi ma sopratutto difetti, di tutte le religioni più diffuse con le loro diverse variazioni, mantenendo un atteggiamento davvero distaccato e senza coinvolgimento personale, pur con un substrato sostanzialmente agnostico.
L'elemento principale di questo mondo, che ci viene presentato subito nelle prime pagine, è che ogni persona umana ha un'anima, e che alla morte del corpo fisico questa anima rimane per un tempo indefinito nel mondo reale, e può essere contattata o utilizzata da persone dotate di un particolare potere: la gnosi.
L'origine della gnosi ha inizio da un fatto sostanzialmente occasionale: un grosso gruppo di giovani fanatici al seguito di una specie di frate medioevale, ma con decisi aspetti hippy, poco prima di essere affrontati dall'esercito dell'Impero Rimoni per porre fine alle loro scorribande pseudo-libertarie, decidono di bere un'insieme di droghe, l'Ambrosia, con l'obiettivo di "ascendere" al Paradiso. Il risultato è che un terzo circa di loro muore, un terzo, gli Ascendenti, acquisisce poteri immensi, magici, cioè la gnosi, ed un terzo rimane apparentemente senza alcun effetto, solo per scoprire, più tardi, di essere in grado di acquisire i poteri della gnosi aspirando l'anima di un mago nel momento della sua morte, ma con la necessià di rinvigorire le proprie capacità solo assorbendo le anime di altri defunti. Il gruppo di persone che hanno acquisito la gnosi si divide in due, con un numero minoritario, circa un centinaio, che segue la guida di Antonin Meiros, che intende dedicare i propri poteri al benessere dell'intera umanità, mentre la parte maggioritaria, i Trecento Beati, decidono invece di abbattere l'impero Rimoni e costruirne uno nuovo basato sul loro potere e far diventare la figura del loro leader Corineus, ucciso dalla moglie durante la cerimonia dell'Ambrosia, il vero discendente dell'unico Dio Kore, soppiantando la vecchia religione Rimoni basata su un politeismo tra il Sole e la Luna. Il nuovo impero ha il suo centro di potere nel Regno di Rondelmar, da cui proveniva la maggioranza dei Trecento Beati, gli Ascendenti.
La capacità della gnosi risulta ereditaria, ma si stempera gradualmente nel mescolare l'ereditarietà con persone che ne sono prive (non segue le Leggi di Mendel), per cui si ha una specie di scala di potenziale magico, con gli Ascendenti, cioè chi ha assunto direttamente l'Ambrosia, i Purosangue, figli di due Ascendenti o Purosangue, i Mezzosangue, figli di un purosangue e una persona normale, e così via fino ad un sedicesimo di sangue magico, al di sotto del quale non si evidenzia più alcun potere. Inevitabilente questa scala di poteri magici viene a determinare anche una equivalente scala di potere politico ed economico.
Poi succede che i Maghi legati ad Antonin Meiros, che si sono riuniti in un'organizzazione denominatasi Ordo Costruo, inventano la possibilità di sollevare nell'aria delle barche o anche vere e proprie navi, e di guidarle con il controllo dei venti, e scoprono così l'esistenza del continente di Antiopia, iniziando un minimo di scambio culturale e commerciale. Per favorire l'unione tra i due mondi, con un'impresa davvero al limite delle loro possibilità, costruiscono un immenso ponte (the leviatan bridge nell'originale) che unisce i due continenti. Ma le immense maree che dominano questo mondo, ed i limiti di possibilità strutturali che i costruttori hanno dovuto accettare, fanno sì che il ponte rimanga emerso dalle acque tumultuose solo per due anni ogni dodici. Nonostante questa limitazione gli scambi commerciali tra i due mondi così diversi si sviluppano molto facilmente, con una nuova classe di mercanti che prende sempre più spazio specialmente su Yuros, dato il vantaggio che deriva dal possedere la tecnologia necessaria per il commercio anche in mancanza del ponte. Questa nuova classe mercantile, di cui incominciano a far parte anche dei Maghi di categoria medio-bassa, si arricchisce piuttosto rapidamente, suscitando la reazione della classe nobiliare, sostanzialmente rappresentata da maghi Purosangue. Ed è per questo che lo stesso Imperatore, principale rappresentante degli interessi di questa classe, decide di lanciare la Prima Crociata per portare il culto di Kore tra gli infedeli. L'invasione di Antiopia interessa ovviamente solo la parte più vicina al ponte, che è ampiamente depredata. Ma vengono anche stabilite delle teste di ponte fisse, occupate militarmente da forze militari dell'Impero di Rondelmar, rifornite e rinforzate tramite navi volanti che possono attraversare il mare anche se non con un grosso carico. Durante i 10 anni successivi di chiusura del ponte, la reazione delle nazioni di Antiopia modifica in parte il livello di occupazione, ma non riesce ad eliminarlo e, quando il ponte diventa nuovamente percorribile il nuovo imperatore, che è riuscito a vincere le pretese legittime della sorella maggiore grazie al potere della madre che lo dirige a bacchetta, lancia una seconda Crociata, sperando di aumentare i fasti della prima. Questa volta però, nonostante il successo militare, ad arricchirsi sono in pochi, specialmente i nobili con possibilità di intervento diretto nella Crociata, mentre le casse dell'Impero si riempiono poco.
Questa, in poche e ultrasemplificate parole, è la situazione precedente alla storia narrata nel primo romanzo, ed è illustrata in vario modo piuttosto presto, per cui non rappresenta, a mio parere, un vero spoiler.
La storia narrata in questi quattro romanzi inizia un paio d'anni prima che il ponte torni nuovamente percorribile, con la pianificazione dettagliata della Terza Crociata, il cui obiettivo principale deve essere il rimpinguare adeguatamente le casse dell'Impero e il rafforzare il potere personale dell'Imperatore. In realtà le cose sono molto più complicate per l'esistenza di un segreto che viene svelato alla fine del primo volume e che sarà alla base dei tre successivi.
Una recensione abbastanza profonda come quella che sto facendo, e di una storia in quattro volumi polposi, non può evitare di parlare di eventi che succedono all'inizio, o quasi, e che sono rilevanti per tutto il seguito. Per cui se qualcuno che non ha ancora letto questi romanzi non vuole sapere niente di un elemento che è alla base delle vicende del primo volume, ma viene esplicitato solo alla sua fine, e che determina tutta la storia seguente, farebbe bene a interrompere la lettura di questa recensione qui, saltando magari solo alle conclusioni finali. Questa è una recensione in cui cerco di mantenere al minimo gli spoiler, ma non posso fare a meno di doverne fare diversi, ed è dedicata principalmente a chi ha letto tutta la storia e vuole confrontare le proprie impressioni.
La storia in realtà parte dalle conseguenze di un antefatto di cui si verranno a sapere i dettagli poco alla volta, e cioè la ribellione dello stato alpino di Noros, uno stato piccolo e immerso nelle montagne, contro l'Impero Rondiano e tutta la sua potenza. Ribellione che aveva avuto inizialmente anche grandi successi militari, nonostante l'evidente inferiorità numerica, fino a che un improvviso voltafaccia di uno dei generali di Noros, che si era arreso senza combattere consegnando all'impero un facile accesso al cuore della ribellione, ne aveva decretato la fine, non senza grosse punizioni e massacri sanguinosi. In realtà la ribellione, apparentemente inspiegabile, aveva come vera causa la trafugazione dello Scitale di Corineus, uno strumento sviluppato da Barametius, uno dei seguaci di Corineus ed inventore dell'Ambrosia, che permette di stabilire le dosi individuali delle varie droghe che compongono l'Ambrosia stessa riducendo di molto la mortalità rispetto alla ricetta molto generica iniziale. Grazie a questo strumento l'Imperatore era in grado di premiare la fedeltà di alcuni privilegiati portandoli a livello di Ascendenti, creando così un gruppo di anziani maghi potentissimi e totalmente fedeli all'Impero che era una delle basi del suo potere.
Lo Scitale di Corineus era stato trafugato e portato a Noros, causando la reazione dell'Impero e la conseguente ribellione generale, ma era poi scomparso insieme al Generale a capo della ribellione stessa, dato per morto ma senza ritrovamento del cadavere.
Tre ragazzi, Alaron Mercer e Ramon Sensini studenti della maggiore scuola di magia, e Cymbellea di Regia, una ragazza non ammessa alla scuola, nonostante il suo sangue, per ragioni sostanzialmente razziali ma segretamete istruita dai primi due, riescono a scoprire il segreto della scomparsa dello Scitale e anche a ritrovarlo, grazie alla ricomparsa del generale che l'aveva trafugato e all'aiuto di persone amiche. L'obiettivo che si pongono è di portare lo Scitale ad Antonin Meiros perché ne faccia il miglior uso possibile, ma le cose si complicano velocemente.
Antonin Meiros è ucciso da una fazione dell'Ordo Costruo che si è alleato con una organizzazione di maghi di Antopia sviluppati in modo forzato in conclavi dove alcune persone, sopratutto donne ma non solo, con la capacità della gnosi sono costretti a riprodurre il loro potere in condizioni di schiavitù, ma non prima di aver sposato una ragazza del sud, Ramita, una semplice figlia di mercanti ma con una storia familiare di filiazioni multiple. Questo perché la sua preveggenza gli aveva indicato che da un parto plurimo da parte di un padre a livello di ascendente la madre avrebbe potuto sviluppare una potenza magica anche superiore all'Ascendenza. Meiros muore prima di poter istruire completamente la moglie, che darà la luce a due gemelli e incomincerà a sviluppare il suo potere.
A questo punto molte linee narrative si intrecciano, una delle principali è quella relativa al possesso dello stato di Javon, che controlla di fatto lo sbocco del ponte in Antiopia, avendo quindi enorme importanza strategica per la terza Crociata, e dove si svolge una guerra segreta nascosta nella guerra ufficiale tra la reggente Cera Nasti, erede della precedente monarchia e molto amata dal popolo, la spia ufficiale dell'Impero Gurvon Gyle, che oltre a fare gli interessi dell'impero ha delle mire personali sul regno, e la sua ex amante Elena Anborn, zia del ragazzo che ha trovato lo Scitale e protettrice di Cera.
La trama si sviluppa in un modo davvero complesso, con molte linee narrative che scorrono indipendentemente per poi convergere, ma ora devo smettere di esplicitarla per passare a dei giudizi sulla qualità di questi romanzi.
Il fatto stesso che ne faccio una recensione completa senza puntare subito il dito su difetti evidenti indica che il mio giudizio complessivo è positi
vo, ma entriamo un poco più nel dettaglio.
Della geografia del mondo presentato ho già detto: una specie di Europa a nord-ovest e un insieme di paesi arabi a sud-est che si prolungano a sud in un sub-continente con le caratteristiche dell'India. Ci si può divertire a notare le varie somiglianze a questo o quel paese, a questa o quella etnia, ma sopratutto ai diversi credi religiosi, perché credo che Hair si sia divertito per primo a costruire un mondo con tanti riferimenti al nostro. Questo aspetto potrebbe sembrare un limite alla fantasia della costruzione del mondo in questione, ma in realtà non è così, perché Hair usa la nostra storia solo come punto di partenza, ma poi fa evolvere il suo mondo in modo completamente libero ed indipendente, per cui può essere divertente cercare le similitudini, ma anche le differenze, che non sono mai casuali ma guidate dalle esigenze della storia.
La possibilità di trovare analogie con il nostro mondo non si ferma alla geografia, ma si estende alla struttura delle diverse società umane e alle loro religioni. Se è abbastanza facile, quasi ovvio, trovare nella religione seguita nella parte nord di Antiopia, quella direttamente in contatto con Yuros, una identificazione con la religione mussulmana del nostro mondo, anche con molte differenziazioni da regione a regione che possono essere ritrovate come corrispondenti, e quella della sua parte meridionale come molto simile all'induismo indiano, non è altrettanto immediato riconoscere nel culto di Kore una forma di cristianesimo, anche se le simbologie e i miti si assomigliano molto, mentre il vecchio panteon rimoni che Kore ha soppiantato è invece facilmente rapportabile alle credenze greco-romane. Non ho capito questa differenza, dovuta forse ad una certa reticenza da parte di Hair ad esplicitare un cristianesimo nato da gruppi un poco sbarellati e molto hippy, anche se poi il suggerimento rimane esplicito. In generale l'atteggiamento dell'autore rispetto alle varie religioni è quello di un distaccato e rispettoso agnosticismo, che permette lo sfruttamento narrativo di tutti gli aspetti, positivi e negativi, di ogni religione. Devo riconoscergli una profonda competenza della religione, e della società, induista che rappresenta la parte maggioritaria sia in termini di popolazione che di ricchezze materiali del continente di Antiopia e da cui proviene Ramita, uno dei personaggi principali dell'intera storia, il cui comportamento è fortemente guidato, e a volte vincolato, dalla sua forte e sincera religiosità, nonostante possa apparire, al confronto della realtà del mondo e degli eventi che travolgono la sua vita, semplicemento un credo privo di basi reali. Il confronto aperto tra una religiosità sincera ed onesta ed una religiosità sfruttata per interessi di potere individuale o di gruppo è uno degli aspetti che ho più apprezzato in questa storia.
Guardando un po' l'aspetto generale del conflitto tra l'Impero Rondiano e i vari stati di Antiopia, la gnosi, cioè il potere magico che dà a Yuros una totale supremazia militare, può essere ben assimilato alla supremazia tecnologica delle nazioni europee quando hanno conquistato il mondo intero, ed in particolare il sub-continente indiano. Non erano le crociate, che non sono mai arrivate così lontano, ma se si uniscono, in un modo fantasy, le crociate religiose con le conquiste permesse dall'applicazione tecnologica della scienza, abbiamo qualcosa di simile a questa serie, con una commistione di problematiche davvero notevole e che mi è piaciuta molto.
Ci sono molti altri aspetti davvero degni di un commento in questa lunga serie, a partire da un forte aspetto Romance nella trama: succede con "irritante" continuità che molte delle protagoniste femminili si innamorino di personaggi maschili che sembrano usciti dai peggiori Romance in circolazione nelle edicole di tutto il mondo: grandi, grossi, bellissimi, tragicamente complessi, con problemi di identità, ma fortemente positivi e dotati di grandi poteri. E l'autore sarebbe anche un maschio normale, non una delle innumerevoli autrici di Romance...
Un aspetto collegato forse direttamente a quello Romance è la sessualità esplicita. Molti lettori americani, probabilmente i più sessuofobi al mondo, si sono lamentati moltissimo dei troppi contenuti sessuali espliciti dei romanzi di Hair. Effettivamente nel primo capitolo della serie questo è un aspetto evidente, decisamente superiore a quanto si può trovare normalmente nei romanzi fantasy, ma non di più di normali romanzi realistici e addirittura di meno di tanti Romance che attirano migliaia di lettrici. Per un lettore adulto può anche essere una sorpresa, non certamente sconvolgente, o che non dovrebbe esserlo per una persona normale, ma non sono certo opere per ragazzi come le saghe precedenti scritte da Hair. Nei romanzi successivi, anche se presente occasionalmente, l'aspetto sessuale tende a diventare quasi inosservabile, uno sviluppo normale della storia.
A questo punto non voglio più dare ulteriori informazioni sulla trama, per cui, fatte alcune osservazioni generali, non mi rimane che dare un giudizio conclusivo su questa serie. E il giudizio non può che essere sostanzialmente positivo.
La trama è molto complessa, ma è gestita molto bene dall'autore, che evidentemente aveva ben pianificato l'intero svolgimento prima di svilupparlo nei diversi romanzi. La sua capacità narrativa è decisamente sopra la media, e non cade praticamente mai nei difetti di un autore esordiente, che di fatto non è.
Non sono ovviamente romanzi perfetti, e non potrebbero esserlo, ma i difetti non sono tanti e mai decisivi, concentrati sostanzialmente in alcune esagerazioni nella caratterizzazione dei personaggi, e qualche soluzione di situazioni intricate troppo Deus Ex Machina, oltre ad un eccesso di romanticismo di alcune sottostorie che fa parte del suo aspetto Romance, che indubbiamente potrebbe anche non piacere del tutto o per niente.
I personaggi principali sono davvero ben descritti, vivi e complessi come ogni persona viva deve essere, ed alcuni potrebbero diventare esempi di come dovrebbero essere sviluppati dei personaggi in un romanzo fantasy.
L'ambientazione paga il pegno di essere una fotocopia distorta del nostro mondo reale, e a molti questo è sembrata una via troppo facile,con poca immaginazione, ma a me sembra che partendo ovviamente da una situazione consolidata e ben conosciuta, Hair abbia anche fatto un grosso lavoro di sviluppo di un mondo solo parzialmente simile al nostro, ma con profonde differenze che però non entrano mai in contrasto con come è il nostro mondo. Un lavoro che a me sembra encomiabile. Il finale è ben costruito ed appagante, al termine di una serie di quattro romanzi di dimensioni abbondanti che però non completano la storia, perché c'è ancora un bambino da ritrovare e un equilibrio mondiale da raggiungere, e il primo capitolo della nuova vicenda, Empress of the Fall,
è già stato pubblicato.

 

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